Sinner trascina Paolini e i doppi: al Roland Garros Italia avanti (2024)

diGaia Piccardi, inviata a Parigi

Jannik Sinner nuovo numero 1 pronto alla sfida con Alcaraz, la sua nemesi: preoccupa il fisico meno muscolare. Azzurri semifinalisti anche nel singolare femminile con Paolini e nei tornei di doppio

La retorica della pizza e del mandolino, cara Bbc che ti aggiri per il Bois de Boulogne a caccia del segreto dell’Italia presente in semifinale in tutti i tabelloni del Roland Garros (uomini, donne, doppi), stavolta non attacca. Jannik e i suoi fratelli, la minuscola Jasmine (163 cm) che prima si arrampica su un Everest chiamato Rybakina e poi si allea con Sara Errani per avanzare anche in coppia e i nuovi Davismen Vavassori-Bolelli, sono cittadini del tennis e del mondo, l’italiano bamboccione attaccato alla pummarola di mamma non abita più qui, a Parigi si fa vita da monaci (è partita anche Kalinskaya, girlfriend del barone rosso) pensando in grande.

Sinner trascina l'amica Jasmine Paolini

Ci abbiamo messo 48 anni a rivincere uno Slam, adesso non ci fermiamo più. Sinner non fa in tempo a risvegliarsi numero 1 del ranking (la consacrazione lunedì 10 giugno, data della nuova storica classifica: è prevista una cerimonia, poi partenza verso Sesto Pusteria, per una festa di paese a cui Jannik spera di presenziare abbracciato al secondo Major) che i doppisti triturano i terzi favoriti (Ram-Salisbury) e poi, armata di furbizia e fosforo, arriva Jasmine Paolini, che gli aruspici davano per spacciata con la n. 4, campionessa di Wimbledon, e invece no. «Sono bassa, devo accettarlo e usare i talenti che ho: la velocità, ad esempio, regalo dei geni della nonna del Ghana» sorride lei, mamma polacca e papà della Garfa*gnana, amica devota di Jannik con il sogno proibito di chiedergli di giocare il misto insieme all’Olimpiade, sempre qui, stessa spiaggia e stessa rive droite, a luglio.

«Lui non è cambiato e non cambierà — garantisce —, è semplice, umile, intelligentissimo: basta sentirlo parlare, non è mai banale».
La luce riflessa di Sinner, dentro cui ogni azzurro si specchia, certo. L’energia positiva messa in circolo nella confraternita del tennis, tanti clan privati connessi e (a volte) sostenuti dalla Federazione grazie al prezioso lavoro dell’ufficiale di collegamento Umberto Rianna, dai risultati della Bj King Cup e, soprattutto, della Davis, riportata a casa dopo 47 anni.

Traversate nel deserto aspettando la stella polare, tanti semi piantati che fioriscono tutti insieme, sulla terra fertile di Parigi, l’humus degli antenati Pietrangeli e Panatta ma questa next generation ha le suole più universali e la mente aperta, sa scivolare sul cemento, capisce l’erba, non ha paura di attraversare il pianeta per andare in Australia.

Il leader maximo di questa nuova Italia è Jannik, che è re in pectore da 24 ore e già gli chiediamo di restare seduto sul trono a lungo, sedurre dopo il Paese anche l’orbe terracqueo (le prime pagine dei giornali stranieri ieri erano su Djokovic ferito al menisco, non sul Djoker de noantri), farsi largo a spallate in una storia che per tre lustri non ha previsto che tre dinosauri (per la prima volta in 20 anni una semifinale Slam non prevede né Djokovic né Nadal né Federer...) e adesso si deve abituare a un Ufo atterrato con understatement inedito dall’Alto Adige, dove ieri i genitori alle prese con i giornalisti quasi facevano finta di non conoscerlo.

Sinner contro Alcaraz, un dubbio

Nel suo primo match da piccolo dittatore di Sinnerlandia, un territorio destinato ad allargare presto i confini, Jannik affronta domani la sua nemesi più giovane e brufolosa, il fantasmagorico Carlos Alcaraz, per dimostrare subito di meritarsi il primato. Sono i match che l’azzurro ama giocare, il vero motivo per cui è volato a Parigi da Montecarlo, via J Medical a Torino, senza incontri nelle gambette smagrite dal fermo per infortunio e con un’anca (destra) sotto osservazione.

Ogni volta che Sinner si è toccato la schiena in questo Roland Garros, svariate con Dimitrov nei quarti, abbiamo trattenuto il fiato. A dispetto dell’enorme conquista in classifica e delle sue parole («Ero venuto con dei dubbi fisici ma mi sento più forte ogni giorno»), questa versione di Jannik Sinner più fragile e meno muscolare una mezza preoccupazione la solleva. Certo adesso c’è un’Italia dietro il giovane capo piantato al centro del villaggio, Jasmine oggi prova a fermare l’irresistibile ascesa della 17enne russa Mirra Andreeva, capace di abbattere Sabalenka, e Vavassori-Bolelli tentano un altro piccolo miracolo con Bpoanna-Ebden campioni in Australia. Eccome se c’è vita, sul pianeta Sinner.

6 giugno 2024

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